venerdì 26 agosto 2016

La Costituzione Italiana: verso quale riforma - Francesco Occhetta s.j.


La costituzione più bella del mondo, oppure imperfetta?

Con questo quesito si è aperto l’intervento Francesco Occhetta sul tema Riforme Costituzionali. E’ bene chiarire fin da subito la validità e l’importanza dei principi che guidano i primi articoli della nostra costituzione che lo stesso Occhetta definisce “meravigliosi, da difendere e promuovere”. Allora da dove nasce la volontà di riforma che dopo molti tentativi vedrà nei prossimi mesi l’oppurtnità finalmente di vedere approvato (o respinto) il pacchetto di proposte presentate dal governo?

Non sono i principi a dover cambiare ma l’ingegneria costituzionale, che già al tempo della prima stesura pareva debole e macchinosa. Ecco dunque che uno dei punti salienti della riforma è la fine del bicameralismo perfetto con il taglio del numero di senatori che con la nuovariforma sarà composto da novantacinque senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da cinque senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica.

Sì o No?

Quali sono, a questo punto, le domande da porsi prima di decidere per il sì o per il no? Il primo passo è formulare un giudizio sintetico sulla riforma nel suo complesso in quanto pacchetto di proposte che toccano vari temi e che non ha la presunzione di essere difinitiva nella sua formulazione. Un'impostazione mediatica forse un po’ maldestra ha fatto in modo che il voto sulla riforma potesse passare come un voto sul governo, andando a radunare sotto un unico partito, quello del no, le opposizioni politiche del nostro paese.

Le ragioni del sì e del no, i pro e i contro che devono essere attentamente valutati sono tutti razionalmente condivisibili, ma ciò che ci dobbiamo chiedere è quale sarà lo sviluppo della nostra decisione? Quali saranno le conseguenze della scelta che ci troviamo a breve a dover fare? La necessità di una riforma è forte soprattutto se ne valutiamo gli aspetti più positivi quali la riduzione dei costi e lo snellimento delle procedure amministrative che con la fine del bicameralismo perfetto vedrebbero accelerare la fase di approvazione delle leggi venendo meno la competenza del senato su questo argomento.

La Bussola e le Sacre Scritture

Al di la’ dell’aspetto tecnico e di revisione della riforma dobbiamo anche chiederci se queste siano riforme utili per le generazioni future e quanto dureranno. Il nostro paese sembra infatti restare fermo in un limbo di indecisione mentre la spinta riformista degli ultimi anni fa pressione su di noi che ben sappiamo quanto il lavoro sulle riforme sarà giudicato all’esterno, in un ottica di politica internazionale. 

Chiede allora padre Occhetta: la costituzione è un testo sacro o una bussola con la quale orientarci? La chiave di lettura che ci dà per trovare una risposta a questa domanda sta nel capire che è opportuno entrare in una logica di manutenzione referendaria, che non può prevedere un futuro statico per la nostra costituzione, quasi a volerla tenere chiusa in un cassetto, ma a lasciare libertà per eventuali discussioni future, in un ottica dinamica e aperta ai cambiamenti. 


L’appello che conclude l’intervento è quello alla partecipazione, soprattutto quella giovanile visto il più recente caso brexit e la scarsa percentuale di affluenza della popolazione giovane alle urne, ma soprattutto alla responsabilità della decisione che siamo chiamati a prendere. Secondo il relatore quindi la riforma è l’occasione per creare una leva verso il cambiamento, e attraverso il nostro voto possiamo contribuire a dare inizio a questo processo di trasformazione.

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